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Il 10 luglio 1744 don Alberto Genovese Duca di San Pietro e Cervellon, Ufficiale di quel Reggimento di
Sardegna che era stato fondato da suo padre, Don Bernardino, donò al Reggimento la somma di 120.000
lire vecchie di Piemonte per la creazione di un fondo di pietà (per assistere le famiglie bisognose
dei Granatieri-Guardie), di una banda musicale e perchè fosse in futuro celebrata
una messa in suffragio del donatore, negli anniversari della di lui morte.
Nel 1815 il Reggimento, per i meriti acquisiti, veniva incorporato nella Brigata Granatieri-Guardie.
Successivamente, nel 1852, veniva sciolto ed i suoi componenti confluirono in quella che diveniva la
Brigata "Granatieri di Sardegna".
A questa nuova Grande Unità, passava la cospicua rendita del munifico lascito del Duca di San Pietro.
Dalla morte del benefattore, i Granatieri hanno sempre onorato il proprio obbligo di fedeltà facendo celebrare
una Messa di suffragio alla presenza del Reggimento in armi.
Questa tradizione continua tuttora ed il 18 febbraio di ogni anno, nella Basilica romana di Santa Maria degl
Angeli, alla presenza di Granatieri in scorta d'onore, viene officiata una solenne funzione religiosa, con la
quale la Brigata, oltre al generoso Duca, commemora anche il sacrificio di tutti coloro che, in più di tre
secoli di storia, sono caduti nell'adempimento del loro dovere, fregiandosi del distintivo dei Bianchi Alamari.
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